Titolo: La stanza di sopra
Autore: Rossella Postorino Data di pubblicazione: 31 maggio 2018 da Feltrinelli Editore Link di Goodreads
Sinossi:
Una città di provincia, una casa in cima a una scalinata, una stanza al piano di sopra, dove c’è un uomo, immobilizzato in un letto. Ester studia poco, frequenta un gruppo di amici con cui passa tutto il tempo a fumare al baretto sul mare o a bere nelle cantine dei ragazzi delle case popolari. Ester sembra libera e indipendente, bacia e sa farsi sfiorare, si concede e si ritrae, e sa scatenare il desiderio di un uomo più grande. Invece, a un certo punto si perde, smarrendosi nel silenzio spesso di casa sua, nell’impossibilità di comunicare con la madre se non attraverso frasi brevi e sprezzanti. Affonda nell’incapacità di nutrirsi, nel disperato sgomento di quella stanza di cui non si può parlare: lì dove c’è il padre, da dieci anni muto, congelato tra la vita e la morte. La stanza di sopra è il primo romanzo di Rosella Postorino: una cronaca dell’anatomia emotiva del distacco doloroso e incolmabile che separa l’infanzia dalla maturità. Recensione:
“La stanza di sopra” è un libro difficile.
Difficile per gli argomenti trattati, come la perdita di uno o entrambi i genitori. In questo caso Ester ha entrambe i genitori vivi, solo che da quando lei ha cinque anni sono diventati gusci vuoti. Il padre ha un incidente in cantiere e da quel momento è in coma vegetativo, tenuto in vita dalle cure della madre e dell’infermiera nella stanza di sopra, una camera che sa di chiuso e, come lo definisce la stessa protagonista, “di morte”. Quel giorno Ester non perde solo il padre, che lei guardava come un eroe con gli occhi di una bambina di cinque anni, ma anche la madre che si dedica pazientemente al marito dimenticandosi di tutto il resto, compresa sé stessa e la figlia. Diventa il secondo guscio vuoto nella vita di una ragazzina che ormai, quando inizia il romanzo, ha quindici anni. Difficile perché ci pone di fronte alle scelte sbagliate di Ester, che imbocca la strada della ribellione per avere una reazione di qualsiasi tipo dalla madre. Ribellione che cade nel vuoto perché la madre non ha più la forza di occuparsi di quella figlia che è cresciuta da sola e che vede come una causa persa. Ester stessa si sente una causa persa. Odia la casa in cui è cresciuta, odia la madre che ha abbandonato completamente la vita e la razionalità, odia il padre che le ha abbandonate quando ancora avevano bisogno di lui, odia sé stessa per sperare ad un certo punto che il padre muoia e le liberi da quel peso che le ha trascinate a fondo e schiacciate lì. Dimostra il suo odio verso sé stessa con un rifiuto categorico del cibo. Difficile nell’assistere alla disperata ricerca di Ester di figure autoritarie, adulte, ma anche di affetto da chiunque le conceda attenzioni. I baci senza significato dati ai ragazzi, l’amore più che fraterno provato per una compagna di classe, la necessità di sentirsi parte della famiglia di quella compagna, con un padre autoritario e severo che è meglio di un padre che muore giorno dopo giorno nella stanza di sopra. La scelta di un uomo adulto come compagno che una ragazzina di quindici anni non sa neppure cosa sia l’amore, la prima volta che fa paura, male, ma che non ha coraggio di respingere, perché non è in grado di contrastare un uomo che si prende tutto di lei, anche i suoi pianti silenziosi. Difficile da leggere perché non è un romanzo tradizionale, ma un insieme di pensieri di Ester, come un diario, emozioni scritte in maniera spezzata, a volte velata, altre sfacciata, a rappresentare forse la volubilità di una ragazzina alla disperata ricerca di una guida. “I prati sarebbero stati pieni di papaveri. Come l’infanzia, come sempre.” “La stanza di sopra” è un libro difficile ma proprio per questo è uno di quelli che non può mancare nella vostra libreria. È un libro che ti entra dentro, senza fare troppo clamore, ma si appropria di una parte del vostro cuore e vi fa ripensare, di tanto in tanto, ai gusci vuoti nella casa con la stanza di sopra.
4 su 5 su Goodreads
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AuthorScrittrice e aspirante sceneggiatrice, appassionata di serie televisive e musica dal vivo. Vive a Seattle e non perde occasione di uscire per scoprire nuovi talenti tra gli artisti di strada. Quando piove è una lettrice compulsiva e scrittrice seriale di fanfiction. Categories
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Novembre 2020
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