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Il problema è che ti amo – recensione

7/18/2017

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Titolo originale: The problem with forever

Autore: Jennifer L. Armentrout

Data di pubblicazione: 7 luglio 2016

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Sinossi:
Per quattro anni, Mallory Dodge ha cercato di dimenticare il passato. Circondata dall'affetto dei nuovi genitori adottivi, ha cercato di convincersi di non avere più bisogno di rendersi invisibile per sopravvivere. Ma, nonostante ciò, il silenzio è ancora lo scudo che la isola e la protegge dal mondo. Ecco perché era terrorizzata all'idea di frequentare l'ultimo anno di liceo in una scuola pubblica, dove sarebbe stata costretta a uscire dal guscio. E di certo non si sarebbe mai immaginata che tra i suoi nuovi compagni ci sarebbe stato anche Rider Stark, l'unico raggio di sole nella sua infanzia da incubo, il ragazzo che in più di un'occasione l'aveva salvata dalla violenza del padre affidatario. Così come non si aspettava che Rider sarebbe stato così diverso… e affascinante. Col suo atteggiamento arrogante e la pessima reputazione, Rider è il classico soggetto da cui una brava ragazza come Mallory dovrebbe stare alla larga. Eppure, sotto quella maschera da sbruffone, lei riconosce ancora il suo eroe di un tempo, sempre pronto a difenderla. Ma il tempo trascorso lontano da Mallory ha lasciato profonde cicatrici nel cuore di Rider, che rischia sempre di più di restare invischiato in una rete di cattive compagnie. Così, quando sarà Rider ad avere bisogno di lei, Mallory riuscirà a far sentire la propria voce e a battersi per il ragazzo che ama, o la paura la farà tacere per sempre?
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Recensione (ATTENZIONE, possibili SPOILER)

È difficile, per me, scrivere questa recensione perché è molto più semplice farsi trasportare dall'entusiasmo dopo aver letto un libro che è piaciuto, piuttosto che spiegare il perché un libro non ha convinto.
Vorrei partire, intanto, da quello che ho apprezzato del libro. È una storia d'amore bella e l'ambientazione che l'autrice ha dato è particolare, ovvero quella delle famiglie che accolgono ragazzi in affidamento. È un argomento difficile che però è stato ben descritto senza mai esagerare o cadere nel banale, andando ad esporre un problema, quello della carenza di fondi e personale che controlli gli affidi, che rende la vita difficile ai ragazzi, ormai adolescenti, che non sono riusciti a trovare qualcuno che li adotti. Un argomento spinoso che poteva tranquillamente degenerare nella banalità ma che, invece, è stato trattato bene.
Il modo di scrivere della Armentrout ha aiutato molto da questo punto di vista, infatti è lineare, non troppo pomposa nelle espressioni e ricca di descrizioni senza mai essere prolissa. È stata molto brava a non rendere il libro noioso soprattutto vista la carenza di dialoghi, visto che la protagonista ha problemi a comunicare a parole. Mi è piaciuto soprattutto come descrive le emozioni, ha un modo di raccontarle che ti fa capire esattamente la confusione e l'eccitazione del momento. “Era esaltante e spaventoso. Era bello e caotico” esprime esattamente quello che è il primo bacio per una ragazza, emozioni contrastanti che ti fanno vivere l'eccitazione del momento.
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Ho adorato il personaggio di Jayden, nonostante sia solo accennato ma che risulta poi fondamentale per tutta la storia. È dolce, attento, incosciente, fragile e al tempo stesso senza paura, è l'unico, di tutti i personaggi, che si comporta effettivamente come un quindicenne.
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Ora tocca la parte più difficile, ovvero il perché questo libro non mi ha convinta. Come già detto per Jayden, i personaggi secondari sono accennati e poco approfonditi, manca il loro background e risulta difficile capire i loro comportamenti. Paige, Rosa e Carl, che dovrebbero, per diversi motivi, contrastare la protagonista Mallory, in realtà sono deboli e non convincono. C'è una netta differenza tra il peso dato ai protagonisti e quello dato ai personaggi secondari, quest'ultimi sembrano spesso “episodi” nella vita della protagonista che servono solo a trascinare avanti la trama del libro senza una vera e propria contestualizzazione. Alcuni compagni di classe sono introdotti in un modo che fa intendere che possano giocare ruoli chiave nella storia ma in realtà alla fine si rivelano solo soggetti che servono a spiegare la realtà della scuola alla protagonista, senza essere davvero partecipi. Ainsley, la migliore amica di Mallory, appare solo come se fosse la coscienza della ragazza, i loro incontri servono solo per giustificare i comportamenti della protagonista e sono fini a sé stessi.
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Altra cosa che mi ha dato abbastanza fastidio, sono le situazioni cliché che mi aspetto di trovare in una fanfiction, non in un libro che trovo in libreria. Quando Rider le chiede “Vuoi essere la mia ragazza?” l'ho trovato eccessivamente infantile e poco realistico. Una domanda del genere me l'aspetto da un ragazzino delle medie, non da un ragazzo di diciotto anni. Un altro momento che mi ha dato veramente fastidio è quando Mallory sorprende Rider e Paige addormentati sul divano, solo per darle una scusa per scappare. L'ho trovato banale come ostacolo da mettere in una relazione, visto e rivisto parecchie volte e, oltretutto, questo espediente non ha neppure portato grossi disagi. Sì, si è insinuato il dubbio nella ragazza, ma niente che non si sia risolto in una spiegazione puntuale e una fiducia cieca nel ragazzo. La maggior parte delle volte mi sembrava di avere di fronte due quarantenni, non due adolescenti.
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Effettivamente, tutte le situazioni del libro si risolvono in maniera molto facile, senza troppi drammi e conseguenze, e gli stessi personaggi sono deboli. Paige dovrebbe essere l'antagonista, la rivale in amore, la “mean girl” della scuola, in realtà, a parte un paio di conversazioni un po' più dure delle altre, si ritira senza nemmeno lottare. Non c'è nessun accenno di concorrenza e la spiegazione che lei stessa fornisce, per la sua scomparsa dalla scena, è razionale, logica e non lascia spazio a dubbi. Proprio per questo l'ho trovata per niente realistica: una ragazza di diciassette anni, dura, forte, abituata a farsi valere in qualsiasi situazione, lotta per il proprio ragazzo, anche in maniera sleale, se serve, ma non si mette da parte con l'unica minaccia “stai lontana dal mio ragazzo”. L'ho trovato completamente irrealistico come comportamento, soprattutto per come era stato presentato il personaggio.
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L'altro lato del triangolo della storia è Rider, che la protagonista vede come l'eroe senza macchia, quando è più che chiaro a tutti che sia invece un ragazzo che non ha mai superato i suoi problemi d'infanzia e che non ha idea di come diventare adulto. La cosa che mi è parsa forzata, in tutta la storia, è che lui molli tutto per stare con Mallory nel momento stesso in cui la rivede e che questa cosa sia assolutamente normale per tutti. Non c'è nessuna obiezione nemmeno da parte dei suoi amici. Quando poi Mallory si rende conto, alla fine, che non è il principe azzurro che ha sempre sognato, gli riversa addosso in un unico discorso una quantità di cattiveria che mi ha letteralmente spiazzata. Ha sbattuto in faccia, a questo povero ragazzo che l'ha sempre adorata, una realtà che avrebbe spezzato le gambe anche al più sicuro degli uomini e lo fa dopo aver ripetuto e deciso di voler esserci per lui. Parole che sono state in realtà smentite dai fatti perché il suo discorso non ha lasciato il minimo spiraglio di apertura nei confronti del ragazzo, soprattutto quando gli sbatte la porta in faccia. A questo momento surreale, si aggiunge la reazione ancora più inspiegabile di lui che ritorna, alla fine, da lei. Inspiegabile perché lei non dimostra nessuna capacità di saper rimediare a quello che ha fatto, o meglio, ciò che nel libro viene posto come un tentativo di Mallory di far capire a Rider che è importante, il discorso davanti a tutta la classe, altro non è che una cosa che fa per sé stessa. Infatti, quando alla fine del discorso lui se ne va senza dirle niente, lei è dispiaciuta perché lui non si è congratulato con lei per aver superato le sue più grandi paure, non perché avesse paura di aver fallito nel chiedere scusa a Rider.
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Il libro ha un buon potenziale come storia, il background non è banale e ha un suo senso; il vero problema di queste pagine, che ha fatto sì che non riuscissi ad immergermi completamente nella favola, è il fatto che il comportamento dei personaggi non è credibile. Non so se sia dovuto al fatto che non sono stati approfonditi o perché, semplicemente, non sono adolescenti quelli che sono descritti, ma non mi sono mai immedesimata in loro. Ho avuto la costante impressione che quello che la protagonista dice a parole, di avere problemi a parlare e a relazionarsi con gli altri, rimanga confinato ai suoi discorsi perché poi, come in realtà reagisce alle situazioni, non fa trasparire nessun disagio diverso da quello che ogni normale adolescente ha. Anzi, se fossi stata nei suoi panni, con il suo passato difficile, avrei avuto decisamente più difficoltà ad affrontare per la prima volta in vita mia un liceo; lei, invece, è partita fin da subito in maniera così liscia che i piccoli intoppi che ha incontrato sulla sua strada, sono apparsi irrisori e quasi banali.
Lo consiglio questo libro? Se avete voglia di qualcosa di romantico a lieto fine, sicuramente la storia tra Rider e Mallory è quello che fa per voi, perché sembra uscita da una fiaba. Per apprezzarlo, però, bisogna sorvolare sul fatto che spesso vi aspetterete un grosso sconvolgimento di trama che alla fine non arriverà.

Ho dato 2 stelle su 5 su Goodreads.


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    Author

    Scrittrice e aspirante sceneggiatrice, appassionata di serie televisive e musica dal vivo. Vive a Londra e non perde occasione di uscire per scoprire nuovi talenti tra gli artisti di strada. Quando piove è una lettrice compulsiva e scrittrice seriale di fanfiction.

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